Sebbene Max Weber fosse praticamente un contemporaneo di Durkheim, l’atmosfera intellettuale in cui vivevano è diversa sotto molti aspetti. Nel breve periodo di studio trascorso in Germania, Durkheim ha preso confidenza con alcune delle principali correnti del pensiero sociale tedesco, verso le quali conservò in seguito un forte interesse.
Durkheim conosceva certamente gli scritti di Weber, Schmoller, dei membri della “Verein fur sozialpolitik” e quelli di Simmel. Rispetto alle concezioni weberiane, Durkheim assunse una posizione “critica” e non ne fu significativamente influenzato. Furono invece gli scritti di Schmoller e dei “socialisti della sedia” a influenzare i primi lavori di Durkheim, mentre Weber li respinse proprio in quegli aspetti che il maestro francese aveva trovato più congeniali a lui.
Analizzare le ragioni del mancato incontro tra Weber e Durkheim significa anche chiarire alcuni aspetti dell’esordio della sociologia francese:
Il lavoro di Max Weber è stato quasi totalmente ignorato in Francia fino al 1925, quando Maurice Halbwachs pubblicò un breve resoconto del libro “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” in una rivista di storia religiosa e sociologia. Né Durkheim e la “Scuola francese di sociologia”, né
i redattori della Revue Intemazionale de Sociologie ei filosofi della Revue de Métaphisique et Morale, avevano prestato attenzione a quell’opera ben nota in Germania e nei paesi anglosassoni.