Contrariamente a quello che comunemente si pensa: scrivere pezzi facili non è affatto facile. Certi grandi musicisti non ci sono mai riusciti e, quando ci hanno provato, è evidente che i limiti della facilità gli andavano stretti (List ad esempio). Il fatto è che scrivere qualcosa di bello con pochi mezzi non è per tutti: Satie ci riusciva in modo sublime, ma pochissimi altri come lui. Bisogna avere il senso dello schizzo, avere la pennellata della misura giusta: non troppo curata, ma trasandata quanto basta per dare l’idea che le cose arrivino quasi per caso. Poi c’è un altro fatto: mi sono sempre piaciuti gli autori “minori”: quelli che non entrano nelle enciclopedie piccole, per capirci. Sono sicuro che Marcello non si offenderà se lo metto nel mio personale Olimpo dei musicisti “minori”. Quando ero all’università volevo fare una tesi sui compositori minori viventi nella mia regione. L’illustre docente e musicologo al quale chiesi di farmi da relatore mi rispose (in una lettera) che volevo fare una tesi sui compositori falliti. All’epoca mi arrabbiai molto (cambiando tesi e relatore) ma oggi sono convinto che fra questi “compositori falliti” che abitano in qualche anonimo condominio di periferia, ci siano le migliori intelligenze musicali sulla faccia del pianeta. Solo che “la società dell’informazione” non sa che ci sono, non li cerca, non li trova, non gli frega. Ma loro, se ne fregano altrettanto e continuano a scrivere: per la mia, personale, felicità . PS. al …
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