Si può qui avere una sfaccettata visione della saga di Harry Potter della scrittrice britannica Joanne Kathleen Rowling, nell’ottica della letteratura per l’infanzia inglese, dei temi contenuti nei suoi romanzi, e delle problematiche riscontrate nella traduzione italiana.Nel primo capitolo si segue il percorso storico che ha portato alla nascita della letteratura infantile.Originariamente le fiabe non erano destinate ai bambini. Solo con le teorie di Campanella, Rousseau e Locke, e l’avvento del Romanticismo, si assiste ad una rivalutazione dell’importanza della figura dei pi๠piccoli: essa acquista spessore e diventa il fulcro di un nuovo genere letterario. Destinata ai bambini, pensata e scritta dagli adulti, questa letteratura si colloca ad un livello intermedio tra le due realtà e consta di molteplici chiavi di lettura.Nel secondo capitolo ci si focalizza sul fenomeno letterario di Harry Potter. Si analizzano le fonti e i generi principali alle origini della creazione del mondo di Harry Potter, quali ad esempio Jane Austen, Shakespeare e Horowitz, e si scandagliano i vari temi della tradizione, pur se con un’ottica che mira all’innovazione, e l’analisi approfondita delle nuove tematiche di stampo contemporaneo: si ritrovano infatti temi quali il razzismo, la schiavità¹, il tema del doppio e il simbolismo di numeri e nomi, senza contare un’analisi delle tematiche religiose.Il terzo ed ultimo capitolo, ‘Lost in translation’, affronta la resa dei romanzi nella nostra lingua, ponendo l’accento sui punti critici del testo, attraverso il manuale di Ilaria Katerinov Lucchetti babbani e medaglioni magici – Harry Potter in italiano: le sfide di una traduzione. Si osserva la traduzione dei nomi, compiuta a favore del pubblico infantile, che però comporta svariate complicazioni: a volte si perde la connotazione dei nomi ‘parlanti’ presenti nel testo, a volte vengono tradotti a metà o sostituiti completamente senza uno schema regolare. Ci si sofferma anche sugli abbagli presi dalle varie traduttrici e sulle incongruenze presenti tra un libro e l’altro. Si analizzano fenomeni linguistici quali l’uso dei false friends e dei neologismi. Si riflette infine sulla comparsa di aggiunte ingiustificate al testo e di grossolani errori di distrazione.